Alberi da
fungo

Alberi da fungo

A funghi con… la scala!

A volte succede che alcuni funghi crescano lungo il tronco di alberi morti o malati, fino ai rami più alti. E se l’albero è ancora in piedi, non c’è altro modo, per raccoglierli, che munirsi di una scala. Di solito si tratta di funghi parassiti a forma di mensola e che non hanno alcun interesse gastronomico. Altre volte, invece, può capitare che si tratti di specie commestibili e ricercate. È capitato anche a me di assistere, sul noce quasi secco di casa mia a Porcia, ad una strepitosa fruttificazione di «Chiodini» che ne ricopriva letteralmente il tronco, dalla base e fino quasi alla chioma; o di vedere, lungo la strada per Castel d’Aviano, dei «Pioppini» crescere lungo il tronco di un Pioppo (tuttora vivo!) fino quasi a 6 metri di altezza. Ma quello che mi accadde di vedere nel novembre del 2005, che tra poco racconterò, ha davvero dell’incredibile.

Tutto iniziò una mattina all’Ufficio dell’Ispettorato Micologico di Porcia quando un compaesano si presentò chiedendomi se potevo dare un’occhiata ad un fungo che cresceva a cespi su di un albero vicino casa. «Certo» gli dissi, «dov’è il fungo?». «Ce l’ho qui fuori.

Sa, non mi stava tutto, per cui ne ho portato solo un pezzettino… adesso lo prendo…». Stavo per dirgli che non si devono portare all’Ispettorato Micologico dell’ASL pezzetti di funghi, ma l’intero raccolto; che da un pezzettino di fungo quasi mai si riesce con certezza a risalire alla specie di appartenenza; che la legge parla chiaro in proposito e che dovrei rifiutarmi di effettuare il controllo. Stavo per dire tutto questo, ma non potei farlo quando mi resi conto che il pezzettino di fungo che mi aveva portato pesava oltre un chilo! «Wow! Che `bestia´ è questa?» esclamai stupito.
Mai avevo visto nulla di simile e di quelle dimensioni. Al momento non avevo idea di che fungo si trattasse. Dopo un po’, finalmente, riuscii a placare l’emozione e a concentrarmi sul fungo. E, come si fa in questi casi, cominciai a giralo e rigirarlo tra le mani, annusandolo e assaggiandolo per percepirne odore e sapore.

Poi, sfogliando mentalmente tutte le pagine dei libri di funghi che avevo studiato, iniziai a parlare a voce alta: «…Taglia gigante, lamelle bianche, fitte, un po’ decorrenti al gambo per un «dentino», cappello di color cremaocraceo percorso da evidenti fibrille innate, gambo eccentrico senza anello e volva, odore e sapore di farina rancida, come di scorza d’anguria, crescita a cespi su legno di latifoglie… non può essere che lui: il raro Hypsizygus ulmarius!». «Su che albero cresce?

Hypsizygus ulmarius (Lyophyllum ulmarium)

Hypsizygus ulmarius (= Lyophyllum ulmarium)
è un fungo abbastanza raro, sia qui da noi che in tutta Europa. Cresce normalmente su legno di olmi morti anche se è riportato in letteratura una crescita anche su legno di altre latifoglie, specialmente su pioppo. In oriente, Giappone soprattutto, è invece specie diffusa in natura e molto ricercata dai raccoglitori, tanto da essere anche largamente coltivata e venduta nei mercati. Se volete provare, il micelio di questo fungo lo si può comprare via internet e la sua coltivazione, a vedere da come viene pubblicizzata, pare semplice e tale da poter essere effettuata anche a casa propria e con pochi mezzi. A questo fungo vengono inoltre attribuite altre proprietà, tanto che lo si può trovare commercializzato in preparazioni a base di oli o creme, come cosmetico per la pelle. Anche in questo caso, lo si può trovare ed acquistare in internet sottoforma di gel o pomate. Pare che come anti-invecchiamento o come rinvigorante per la pelle dia dei buoni risultati.

Funghi
Prataioli

Funghi prataioli

Funghi bianchi su prato…prataioli?

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Andar per
funghi

Andar per funghi

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Info FVG

Controllo
tossicità

Controllo tossicità

Affinché la raccolta dei funghi fatta in giornata non si tramuti poi in una spiacevole o tragica esperienza, è bene in caso di minimo dubbio, far controllare la propria raccolta da persone esperte e non fidarsi di amici o parenti che si definiscono tali, o peggio ancora da vecchi detti o luoghi comuni che di vero hanno ben poco.

Il controllo della combustibilità dei funghi è gratuito.

Per legge (L.352/93 – DPR 376/95), il giudizio sulla commestibilità dei funghi può essere certificato SOLO dagli Ispettori Micologi della Aziende per i Servizi Sanitari:

Il servizio (erogato dal 01 aprile al 30 novembre) è reso nei seguenti uffici e con i seguenti orari:

PORCIA – Distretto Sanitario ASS6 – Via delle Risorgive 3, 33080 Porcia (PN) stanza 8 – dal lunedì al venerdì dalle dalle 8.30 alle 10.30 (Tel. 0434/596118 – Fax. 0434 – 596128) Fuori orario e Festivi e prefestivi, cell. 335 258795

SACILE – Distretto Sanitario ASS6 – via Ettoreo, 4, 33077 Sacile (PN) – dal lunedì al venerdì dalle dalle 8.30 alle 9.30 (Tel. 0434/736299 – fax 0434 736247)

MANIAGO – Distretto Sanitario ASS6 – Via Unità d’Italia, 19, 33085 Maniago (PN) – dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 9,30 (Tel. 0427/735330 – Fax 0434 735322)

Funghi e
inquinamento

Funghi e inquinamento

Che rapporto hanno i funghi con l’inquinamento ambientale

26 aprile 1986 – A Černobyl si verifica una delle maggiori catastrofi atomiche che si ricordi. La rottura del reattore n° 4 della centrale omonima, determinò la fuoriuscita di una nube di materiale radioattivo che ricadde su vaste aree intorno alla centrale, contaminandole pesantemente e rendendo necessari l’evacuazione di circa 336.000 persone. Nubi radioattive raggiunsero anche l’Europa orientale, la Finlandia e la Scandinavia con livelli di contaminazione via via minori, raggiungendo anche l’Italia, la Francia, la Germania, la Svizzera, l’Austria e i Balcani, fino a porzioni della costa orientale del Nord America.
Conseguentemente a ciò, la C.E.E. commissiona a specifici centri di ricerca, la verifica del livello di contaminazione, se di ciò si tratta, che ne deriva dei miceli appartenenti alle specie fungine delle nostre zone.

Conseguentemente a ciò, la C.E.E. commissiona a specifici centri di ricerca, la verifica del livello di contaminazione, se di ciò si tratta, che ne deriva dei miceli appartenenti alle specie fungine delle nostre zone.

Gli studi che ne conseguono dimostrano quanto diverso sia il comportamento dei funghi a cospetto di quello delle piante per quanto concerne l’assorbimento e l’accumulo delle sostanze nutritive. Infatti contrariamente a quanto si potrebbe pensare, mentre le piante hanno la capacità di alimentarsi assorbendo tutto ciò trovino a disposizione, ogni specie fungina va alla ricerca delle sostanze che più interessano, selezionandole secondo un criterio ancora sconosciuto
Da questo ne deriva come solo alcune specie fungine posseggano alti valori di una sostanza tossica rispetto ad altre benché condividano lo stesso habitat con altre. E’ emerso inoltre che i miceli sviluppatisi nelle aree apparentemente incontaminate, risultavano a volte avere livelli di Cadmio e Piombo molto superiori rispetto ad un altro micelio posto nelle vicinanze di una zona alle prese con problemi di inquinamento oppure di un frutteto costantemente trattato con pesticidi. La vasta rete di ife che compone il micelio può anche raggiungere chilometri quadrati di estensione e riesce a scovare le particelle anche le più tossiche come il mercurio, disciolte nei substrati più impensati del territorio ed accumularle al proprio interno e dunque anche al fungo che noi sapientemente raccogliamo per mangiare.

Qui sotto elenco alcune specie fungine ed il loro rapporto con le sostanze nocive:

26 aprile 1986 – A Černobyl si verifica una delle maggiori catastrofi atomiche che si ricordi. La rottura del reattore n° 4 della centrale omonima, determinò la fuoriuscita di una nube di materiale radioattivo che ricadde su vaste aree intorno alla centrale, contaminandole pesantemente e rendendo necessari l’evacuazione di circa 336.000 persone. Nubi radioattive raggiunsero anche l’Europa orientale, la Finlandia e la Scandinavia con livelli di contaminazione via via minori, raggiungendo anche l’Italia, la Francia, la Germania, la Svizzera, l’Austria e i Balcani, fino a porzioni della costa orientale del Nord America.
Conseguentemente a ciò, la C.E.E. commissiona a specifici centri di ricerca, la verifica del livello di contaminazione, se di ciò si tratta, che ne deriva dei miceli appartenenti alle specie fungine delle nostre zone.

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